domenica 31 ottobre 2010

Sigur Ròs

Sentire la loro musica è come ascoltare qualcosa melodioso da accarezzare e intenso e forte da graffiare nello stesso identico tempo.
E' un qualcosa di eccezionale, che ti penetra nelle ossa e ti lascia un senso di completezza per un tempo infinito.
Contemplare la loro musica è come guardare un quadro di Van Gogh: con mille e mille colori, e una pennellata così difficile e sofferta da lasciarti senza fiato.
La loro musica è così personale, trasuda autobiografia da ogni nota, arpreggio, parola.. da sentirsi per quei 7/8 minuti (anche di più) parte integrante della loro vita, e sentire che loro fanno parte della tua.
Sentire con chiarezza che stanno parlando di te e di loro stessi al contempo, è magico.
Hanno un potere impressionante di commuovere e rallegrare, di accendere un fuocherello nel pensiero di chi li ascolta, di lasciare un piccolo segno indelebile nella mente.
Non li si può definire in un genere ben delineato, in quanto, li si può definire in qualsiasi modo e mai quella definizione sarebbe calzante.
Io amo definirli come "canto delle balene". Un lamento dolce e leggero, sofferto, voluto, commovente.

Tutti dovrebbero conoscerli anche solo un pò; ascoltarli è come un abbraccio materno, ti fa sentire rincuorato.
E' quando fai un pianto catartico e poi ti senti meglio.
Ascoltarli ti fa sentire meglio.

Io posso solo ringraziarli, dal mio piccolo nido, ma li amo con tutto il cuore, e li ringrazio perchè contribuiscono a farmi sentire meglio in certi momenti.


sabato 30 ottobre 2010

Fight Club and the others.

C'è da dire che io amo i film in cui bisogna capire il motivo di fondo delle cose, e anche un pò violenti e crudi, ammetterò, certo però a patto che nel film queste due "qualità" non siano solo fini a loro stesse.
Per dirvi, i miei film preferiti:
  1. Trainspotting
    Assolutamente un capolavoro, non come il libro, che io personalmente odio.. assieme all'autore. Film comprensibile a tutti superficialmente, ma bisogna avere -come per ogni cosa degna di rispetto- una certa sensibilità per percepire ogni cosa celata o non detta esplicitamente. Un film spettacolare e stupefacentemente sensibile, commovente in certi momenti.
  2. Donnie Darko
    Altro capolavoro, ma di genere ovviamente diverso. Film che andrebbe rivisto almeno due volte, se siete persone perspicaci in quanto a giochetti di logica.. altrimenti se dopo la quinta volta avete ancora qualche domanda.. esistono le spiegazioni su internet xD
    In definitiva però si può dire che le prime impressioni, se vi piace cimentarvi in un determinato tipo di film, saranno assolutamente positive. Se invece non avete voglia di guardare seriamente un film, insomma non siete dei veri cinefili, risulterà molto noioso e difficile.
  3. Arancia Meccanica
    Ammetterò che per un periodo l'ho detestato. Ho peccato di poca osservazione, in quanto lo vedevo come film che pubblicizzava la violenza fine a se stessa, cosa che prima ho specificato di non gradire affatto in una pellicola. Riguardandolo però ho compreso che il vero messaggio è l'incoraggiamento alla scelta, giusta o sbagliata che sia. Capolavoro forse anche più dei due sopra nominati, perchè decisamente difficile da comprendere e accettare, soprattutto. Se inoltre consideriamo il periodo in cui è stato girato, diciamo che i punti a suo favore aumentano sempre di più.
  4. V for Vendetta
    Come potrebbe mancare un film di tale portata! Insomma, un film che porta con se un tale ideale politico, sociale, culturale tanto da creare una rivoluzione interiore in chi lo guarda, non è una pellicola comune.
    Sono follemente innamorata di quel film, lo trovo forse il più commovente in assoluto. Mi commuovo di fronte a un uomo tanto grande, anche se immaginario, a un ideale tanto forte, che dovrebbe essere reale, da smuovere un'intera nazione. Mi commuovo, perchè vorrei potesse accadere davvero..
  5. Fight ClubL'ho appena visto, saranno passati sì e no dieci minuti da quando ho visto l'ultima scena.
    Allora.. Altro gran capolavoro, in cui non realizzi davvero il messaggio e la realtà dei fatti fino a che non si presentano le ultime scene, e tu resti decisamente scioccato da quanto stai vedendo.. perchè niente è come appare in quel film.. ma tutto, in quel film, è esattamente com'è. 
  6. Ragazze InterrotteEcco, qui, se volete deprimervi senza vedere un film romantico e inutile al genere umano.. vi presento questa piccola pillola di vita anni '60, quando tutto andava alla grande ma niente era giusto, un pò come ora, solo che adesso niente va nemmeno più alla grande.
    Ci troviamo in un manicomio, una ragazza.. la sua non-pazzia e quella delle altre. Qui il messaggio è abbastanza chiaro, ma ciò che colpisce è lo svilupparsi e il progredire dei pregi e dei difetti di ogni personaggio. In quel film si cresce.
    Godetevelo, merita.
  7. PsychoAlfred Hitchcock, e ho detto tutto. Gran bel film, che pur non essendo di paura come si definisce, ti mette in uno stato di quasi ansia che ti fa godere il film nel suo genere.
  8. A Beautiful MindFilm stupendo. Anche qui naturalmente c'è un pò da capire, ma suppongo ci sia anche da immedesimarsi, soprattutto. Io ho adorato questo film per il suo modo di affrontare la genialità e la pazzia senza preamboli, mischiando la gloria con la croce dell'esser pazzi e dello stare accanto a un pazzo. Ho amato questo film per aver dimostrato che si può amare un pazzo e si può vivere essendo pazzi.
  9. Kill Bill volume 1 e 2Tarantino, premetto, non m'è mai piaciuto moltissimo, in quanto appunto gioca con la violenza nei suoi film come fosse peperoncino, che sta bene con tutto. Ma questi due film sono uno meglio di un altro.
    Ti costringono a guardarli, sono come delle calamite.
    La cosa stupefacente è che in un film tanto cruento e violento possano entravici anche dei sentimi veri, umani, e il completo tentativo da parte di ogni singolo personaggio di eliminarli totalmente da se stessi.. è questo, a parere mio, ciò che lo rende davvero geniale!
  10. Edward Mani di ForbiciAllora.. anche se l'ho messo al 10° posto, per lunghissimo periodo è stato in assoluto il mio preferito. Adoro quel film, èe bellissimo e molto molto limpido, etreo. Riesce nel suo intento: darti da pensare e fermarti un secondo.


    Naturalmente ci sono ancora tantissimi altri film che potrei citare, come "Il castello errante di Howl" che è il film d'animazione a parer mio più bello di sempre, assime a "La città incantata", infatti sono entrambe produzioni del regista Giapponese Hayao Miyazaki.
    Personalmente li ritengo due film, non tanto d'animazione, perchè conservano in loro un messaggio preciso e bellissimo, e qualsiasi valore vero e puro possa venirvi in mente, e anche quel pizzico di indovinello psicologico che va scoperto guardando attentamente.
    O potrei anche Full Metal Jacket, che personalmente amo e odio.. Dipende da come lo si interpreta, io devo ancora decidermi, ma non posso certo esimermi dal dire che è fatto benissimo e che nel suo genere merita di essere visto.

    E altri mille ancora. Sono una cinefila, potrei davvero fare file e file di film che meritano.. ma mi fermo ai miei preferiti che, per quanto io possa essere oggettiva nelle cretiche, sono pur sempre i miei preferiti, e non i preferiti in assoluto.
    Quindi perdonatemi se, andando magari a vederne uno dopo aver letto questo post, possiate pensare che sia uno schifo e che avete perso un paio d'ore del vostro tempo xD.

    Buona giornata a tutti ^__^
    Andromeda.

giovedì 28 ottobre 2010

School or shit?

Io frequento il liceo classico tradizionale, un indirizzo che ha la fama di essere pesante e prestigioso.
Ma che cazzo state dicendo? Veramente? Non mi è mai sembrata una scuola degna di tale fama.
Io lo frequento da tre anni, e in questi tre anni ho visto fare scioperi, cazzate e altre cose che in altri licei non ho visto fare mai.
Nella mia scuola c'è la moda di buttare la creolina una volta l'anno nell'istituto per far sì che almeno 3 giorni di disinfestazione siano garantiti.
Quest'anno però l'hanno buttata male e abbiamo saltato solo un giorno di lezioni, ieri.
Oggi su venti di noi in classe eravamo solo undici, perchè c'era versione di latino e gli altri hanno trovato la scusa della creolina per saltarsela (fra questi vi erano anche i rappresentanti di classe, per intenderci), quindi anche la versione è saltata (io che mi preparo da due giorni l'ho preso in culo, finemente parlando).
Domani ci sarà un'assemblea speciale contro la Gelmini, quindi le lezioni non si faranno, e quindi la versione che è stata spostata a domani manco si farà, ma non mi lamento di questo.. un'assemblea contro la Gelmini è ben accetta, sono la prima a parlare contro di lei, a manifestare e tutto quanto serve, chiariamoci. Ma non sono propensa alla nullafacenza, non per quanto mi riguarda, gli altri facessero ciò che vogliono.
Quello che mi rende oltremodo scioccata è la costanza dei miei compagni di classe, di tutto l'istuto CLASSICO TRADIZIONALE, a non voler fare assolutamente niente.
Non parlo di due o tre soggetti che rompono i maroni, che fanno casino, no. Questi tipi ci sono ovunque. No, io parlo di un intero istituto che opera contro l'istruzione stessa, e i professori che non hanno voglia di opporsi, di fare niente.
Ora vi spiego meglio.
Dopo quest'assemblea, i miei compagni di classe faranno "sciopero" (a casa loro, nel letto belli al caldo) per evitare di rivere compiti per i due giorni di festa che verranno la prossima settimana (il lunedì 1 e il martedì 2), così come metà istituto farà. Io farò invece, come accade sempre, la parte della demente che entrerà. Ma perchè io entrerò? Perchè ho fatto già un sacco di assenze dovute alle varie influenze che ho preso (sono una persona cagionevole), e poi anche un pò perchè non vedo nessuna utilità nel non entrare, se non quella di evitare lo studio.
La scuola poi mi rende ancora di più basita, in quanto dopo questi due giorni di ferie nella mia scuola, dal mercoledì fino al sabato, si farà autogestione. Il che significa che la scuola sarà padroneggiata da quei quattro imbecilli che la frequentano, si giocherà a carte, si fumerà tutto tranne le sigarette, si riderà, si scoperà, tutto quello che si vuole.. men che meno però parlare di cose serie o studiare.
Sarebbe stata ben accetta un'autogestione se la si fosse voluta fare con una finalità ben precisa, invece no!
E la Preside, donna che sembra tutta d'un pezzo (badate, sembra), che concede queste cose senza nemmeno interessarsi PER COSA si fa.
Ma che cazzo. Io sono disposta a fare manifestazioni, a parlare, a confrontarsi, a cercare di sistemare anche solo un millesimo delle cose che vanno sistemate.
Voi datemi una causa VERA, datemi un'idea VERA, e io mi metto con la bandiera, il megafono e lo slogan e vado in giro per la città in testa al corteo!
Ma perchè devo perdere giorni di lezioni, versioni, devo rimanere indietro, per cazzeggiare?
Io sono convinta che manifestare e indire assemblee serva davvero, anche una goccia forma il mare dopotutto, ma non credo che il mio mare sia il loro. Questa cosa mi demoralizza non poco.

domenica 24 ottobre 2010

La solitudine era dolce come un mare.

Pacificamente, senza più alcuna forza per opporsi, si immerse in quel mare per poi non ritrovare più alcun pensiero. Esisteva oramai solo un profondo moto di consapevolezza che quella solitudine era la sua, di nessun altro, nessuno avrebbe mai provato ciò che quella sensazione di totale emarginazione le portava, nessuno avrebbe mai provato la sua personalissima solitudine. Si sentiva bene con la conoscenza di ciò, poichè per una volta nella vita qualcosa era inesorabilmente suo.
Era la sua solitudine, quel mare nero che l'avvolgeva tutta intorto lasciando scoperta solo la testa, come lo facesse apposta, per far sì che quella pace si mischiasse al dolore acre dell'invidia.
Poteva così vedere coi suoi occhi le persone attorto a lei parlare, riedere e piangere senza di lei.
Riusciva a toccare coi suoi piedi il fondo di questo mare, come se il mare stesso volesse che lei continuasse a guardare imperterrita quelle manifestazioni di vita vissuta, di vita piena.
E in quel suo mare di dolce solitudine, per la prima volta si sentì sola.
Andromeda ©
 
Bye! <3

lunedì 18 ottobre 2010

Tu che mi odi, perdonami ti prego.

Ti chiedo perdono perchè per troppo tempo ho avuto l'ardire di essere me stessa.
Tu che mi odi e un tempo mi amavi, chiedo perdono per ciò che ti ho mostrato di me.
Perdonami tu che odi il mio essere, perchè è noto che chiunque mostri se stesso a un'altra persona finisce per essere odiato.
Io lo sapevo, ma nell'amore e nella libertà ho deciso di pagare il caro prezzo che ne sarebbe derivato.
Dopo tanto amore, dopo tanta libertà di essere, è arrivato il mio conto: la solitudine, il tuo odio.
Ti prego perdonami, tu che ora mi odi così tanto.
Perdona ciò che sono solo quando sono da sola.
Perdona le mie nudità.
Perdona le mie cicatrici e, se puoi, perdona le mie vergogne. 
Andromeda ©


Altra cosa scritta poco tempo fa :)
Buona lettura a voi! 

mercoledì 13 ottobre 2010

Altra storiella divertente.

Evaporo tra il sapore acre delle mie mediocri metafore, mi dileguo nel lento scorrere della melodia scordata delle mie parole.
Mi intrappolo nell'impossibilità di un perdono, cercando di risalire il ripido cumulo dei miei ricordi, per sapere quand'è stata l'ultima volta che ho dimenticato, perdonato.
Mi infilo in uno dei tanti vicoli del mio orecchio, accoccolandomi in una delle note lasciate a metà per poterne sentire sempre il suono, isolando ciò che dall'esterno non voglio più sentire.
Reprimo la percezione della sorpresa, do libero spazio al trascorrere del tempo, così da poter mutare -o forse ingigantire- le piccole e grandi ferite quotidiane.
Salvo ciò che non serve, rifiuto le incombenze e divinizzo ogni qualsivoglia forma di falsità.
Dimagrisco con crescente velocità, l'ansia si impossessa della mia carne, la mia carne prende il posto dell'anima.
Andromeda ©


Anche oggi avevo poca voglia di scrivere qualcosa, quindi vi propongo un altro scritto, fresco fresco di giornata =)
Spero vi piaccia ^_^

martedì 12 ottobre 2010

God, if I have to die, you will have to die.

Corro lasciando dietro di me la strada del Dolore puro e semplice, per imboccare la via dell'Indifferenza più nera.
E che la gente mi creda, che la vera tortura non è patire pene che superano qualsiasi dolore fisico, ma bensì non patirne affatto.
E che tu possa ricordare che tra il Dolore e il Nulla, io scegliendo il Nulla mi sono uccisa.
Scelsi il Nulla poichè anche il respirare l'odore acre della Solitudine e del Silenzio provocatoci faceva intuire che non sarei sopravvissuta comunque. Il Nulla è un abitacolo stretto a confronto del Dolore, perchè hai solo un unico modo per metterlo in pratica. Scelgo un monolocale stretto e claustrofobico in cui ficcare con violenza la mia anima e chiuderla a chiave, piuttosto che un suntuoso e nero palazzo, pieno di spigoli e ragnatele, grandissimi meccanismi di tortura con i quali agonizzare con il quale la mia anima potrebbe giocare fino alla fine, poichè sarebbe troppo silenzioso, non potrebbero sentirsi nemmeno le grida, giacchè non ho più voce, dal momento che tu me la togliesti.
Sì, ricordo, mi strappasti la voce. E ora, non potendo più gridare, è come se la mia anima si fosse ritrovata nel monolocale per mano tua.

Mi hai imposto la scelta.

Avrei voluto scegliere.
E' una pretesa puramente dettata dall'orgoglio la mia, poichè già so, conoscendomi quasi totalmente, che avrei scelto l'Indifferenza.
Andromeda ©


Oggi non avevo voglia di applicarmi, quindi ho scritto una cosa che mi è uscita stamattina nell'ora di filosofia.


Buona lettura.. =)

lunedì 11 ottobre 2010

Incomprensioni

"Le incomprensioni sono così strane, sarebbe meglio evitarle sempre.. E non rischiare di aver ragione, che la ragione non sempre serve."

Ecco, fermiamoci su questo punto.

Non serve aver ragione quando in realtà non vuoi aver ragione, a volte si vorrebbe solo fiducia.
Una persona avrebbe il diritto di parlare e di essere presa sul serio, creduta, dalle persone che ama.
Naturalmente questo è impossibile quando quelle persone che si amano non credono affatto di amare te.

Le persone, te stesso compreso, sono così complicate da non essere fatte per rapporti di amicizia., dal momento in cui non si riesce nemmeno a essere "amici" di se stessi. Arrivo a questa conclusione con la calma più glaciale, in quanto ci convivo dall'infanzia.
Ringrazio di avere amore e dare amore a una sola persona, e se non avessi quella probabilmente cercherei affetto.
Ma mi rendo conto che per quanto l'uomo tenti di circondarsi di persone, di voler bene, amare un amico, un familiare, non potrà mai sempre e comunque.
L'uomo, e nemmeno tutti, è fatto per amare appassionatamente una sola persona, e tutti gli altri vengono in seguito.
Non si può avere rapporti di amicizia, non veri, non duraturi, non per sempre.
Si può essere amici per anni, decenni, anche metà della propria esistenza, ma nessuno riesce a mantenere certe cose per sempre, non importano i progetti, non importano le idee che uno si fa, è così.
L'uomo non è fatto per essere amico, si attaccherà con l'altro, prima o poi.

lunedì 4 ottobre 2010

Monologo (written by me)

Stasera ho voglia di qualche consiglio su ciò che scrivo.
Non moltissimo tempo fa scrissi un monologo, che tra poco vi copio e incollo qui.
Vi avverto, è triste, però se vi va di darmi un consiglio o una semplice opinione leggetelo =)
Grazie in anticipo <3

Monologo.

Come ogni funerale che si rispettasse, quello aveva tutte le persone vestite di nero; la mamma piangente, il padre duro e tenero allo stesso tempo.. Il fratello sconvolto.
Se ci stavi attento vedevi anche qualche amichetta perfida piangere, nonostante tutte le cattiverie dette in passato. Ma è la morte, e di fronte a questa puoi solo piangere.
Questo funerale non avrebbe fatto differenza al mondo. Nessuno avrebbe ricordato quel giorno come un lutto Nazionale, come succedeva con tanti altri funerali.
Ricordiamo questo giorno, anzi, io lo ricordo, perché quel giorno era il funerale della mia ragazza: Denise.
Solo.. Che lei non lo sapeva, di essere la mia ragazza.

Lei era una graziosissima ragazza, veniva al corso di karate con me. Non l’ho mai conosciuta davvero. Non parlavo quando c’era lei, per paura di fare una figuraccia. Ma ha sempre avuto un forte ascendente su di me.
La vedevo irraggiungibile, e per questo motivo cercavo sempre un modo per migliorare, farmi notare in maniera discreta.. Volevo che pensasse che io fossi uno “forte”.
Non sono mai stato uno di quei tipi idioti che rincorrono la prima maglietta colorata che passa per le vetrine, e la comprano dicendo che fa tendenza, o perché, proprio perché è colorata, credono che nessuno sarebbe così “pazzo” da indossarla.
Ma davanti a lei, dovevo assolutamente apparire “forte”. Chissà chi me l’ha fatto fare di uscire dal mio nido. Chissà perché mi sono reso conto di essermi esposto troppo, soltanto nel preciso istante in cui le ho visto la pallottola passarle da parte a parte il cuore.
La prima cosa a cui ho pensato? Niente di eccitante.. solo “Vaffanculo, brutto bastardo.” E ho rincorso quello stronzetto di spacciatore per tutta la città, fin quando la polizia non ci ha fermati. Sono stato fortunato, direte voi, quel coglione aveva buttato la pistola subito dopo aver sparato a Denise.
No, è stato fortunato lui. Non ho avuto il tempo di prendere la pistola mentre lo inseguivo.
E se lui avesse sparato anche me, non mi sarebbe dispiaciuto.
In quei momenti ho realizzato che amavo una tossica, che aveva rimandato il pagamento per troppo tempo. In quei momenti ho realizzato che mi sentivo come fossi morto anche io, e mi stava bene così.
Quei momenti sono ancora qui, non se n’è andato nemmeno un secondo.
E ogni giorno che Dio manda in terra, io vorrei quella fottutissima pistola: con due pallottole.
Vorrei restituirgli la vendetta, a quell’essere: una pallottola per volta.
Non mi importa che adesso morirà in quella prigione, non mi interessa se io ho la possibilità di ricominciare. Io volevo morire con lei. Non mi interessa più fare qualcosa per questa gente.
Il mondo è una gigantesca balla: la visione che avevo di lei era una balla; la sua faccia perfetta, lo era. La sua vita, era una balla.
La mia vita, adesso, non è nemmeno più una balla. La mia vita adesso non c’è: è tutta dentro quella pallottola.
Incredibile cosa possa accadere in due secondi.. Eppure, non ho deciso di uccidermi come ha fatto Denise. Aspetterò di trovare un modo che non abbia a che fare con la droga.
Non ho ancora pianto.. morirò per repressione?
Non lo so di cosa morirò, non so nemmeno se invece continuerò a vivere in mezzo a questo casino.
La gente non ha idea del dolore che ho provato in quel momento. E io non ho idea di cosa ha pensato la gente dopo.. sinceramente, non m’importa.
Non so cosa ha pensato lo spacciatore. So, però,  che i suoi pensieri non dovevano essere stati diretti alla vita di Denise.. altrimenti avrebbe agito diversamente.
O forse ci ha pensato, e ha provato ancora più gusto a sparare, ma questo è un pensiero che non voglio considerare.
Da quel momento ho perso la mia fede.. non sapevo esistesse, me ne sono accorto solo dopo averla persa per sempre.
E’ stata una sensazione alquanto bizzarra, oserei dire assurda. Ho sentito il rumore sordo dello sparo, e ho sentito dentro di me come un rumore di vetri infranti e un urlo lancinante: quella era la mia fede, la mia speranza.
La mia anima stava camminando su dei vetri infranti, e ha calpestato male una scheggia. Non c’è stato altro da fare, come direbbero i dottori per dare la brutta notizia, abbiamo fatto del nostro meglio.
Invece io non ho fatto del mio meglio. Ho sentito quell’urlo e cominciato a correre, contro lo spacciatore – o forse soltanto il più lontano possibile- per non farmi raggiungere. Tutte le mie paure, tutto l’odio, tutto il risentimento, si stava riversando a fiumi sul mio corpo, e io potevo solo guardare impotente, forse correre... così avrei sofferto di più, quando le cariche di odio sarebbero arrivate su di me con potenza ancora maggiore. Con cattiveria, dandomi la colpa di tutto.
Ho aspettato di essere concentrato solo sullo spacciatore, prima di voltarmi indietro e guardare. Non ho visto niente di raccapricciante, eravamo troppo lontani. Eppure, riuscivo a vedere chiaramente la mia essenza vicino a Denise, che cercava di dirle che sarebbe andato tutto bene, che cercava, più che altro, di rassicurare se stesso. 
Riuscivo a vedere chiaramente l’orrore nei suoi occhi, e riuscivo a vedere chiaramente le lacrime che scorrevano calde dal suo viso. La mia anima piangeva, ma era troppo lontana perché io potessi percepire tutti quei sentimenti. Ecco dove sono andate a finire le mie lacrime.

Da quel funerale, due giorni dopo la nostra morte, ho provato a stare insieme alle persone, a sorridere, magari a scherzare. Tutto mi sembrava inutile e troppo frettoloso.
Molto presto ho imparato a fingere con tutti, ma soprattutto con me stesso. Non uscivo mai di casa, ma la gente credeva che io fossi pieno di impegni. Sto continuando così..
Mia mamma non mi vede da giorni, il pomeriggio, semplicemente perché me ne sto tutto il tempo in soffitta, quando per lei sono in giro a divertirmi con i miei amici.
L’unica cosa che non ho perso la voglia di fare è scrivere. Scrivo anche adesso, ho scritto quando quel primo giorno tornai a casa.. ho scritto mentre il prete benediceva la tomba.
Scriverò ancora, fino a quando le dita non faranno male quasi quanto mi fa male quel posto dove prima c’era un cuore.
Ormai c’è una pietra lì, e pesa. Il cuore dovrebbe essere leggero, seppur pieno. Il cuore dovrebbe esserci, ma non me lo sento. So che c’è qualcosa di diverso ormai. So che è un macigno. So che non potrò mai amare nessun altro. So che posso fare qualcosa, però, perché nessun altro sia come me. Mai più. Posso fare qualcosa perché nessuna ragazza sia come Denise.

Sono un donatore di organi. Lo sono da due mesi. Mi chiedo chi sarà il povero disgraziato a cui toccherà quello che dentro di me passa per essere un cuore.. sinceramente, non mi interessa più.
Ci ho pensato notti intere, e non lo faccio più per le persone: lo faccio per Denise e per me. Solo così  riesco a sentirmi vivo. Solo se uso il mio corpo riesco a sentire di avere uno scopo.
Ho perso la mia anima due mesi, tre giorni, venti minuti e trentadue secondi fa.. Il corpo, stranamente, resiste ancora. Posso ancora usarlo.. posso ancora sentire di essere vivo. Posso farlo, anche senza anima. Posso farlo, anche se non è la stessa cosa, anche se sarà per poco tempo.

Scrivo altre poche righe, adesso uscirò davvero di casa.
Non che non sia mai uscito da quando è morta.. no, dovevo almeno andare a scuola. Ma è come se non ci fossi stato nemmeno una volta.
Sono uscito tante volte di casa effettivamente, ma non c’ero da nessuna parte. C’è una piccola parte di coscienza in me che ancora persiste.. ed è sempre rimasta a casa vicino a questo quaderno ogni volta che il mio corpo metteva piede fuori.
Dicevo, adesso uscirò davvero. Ma è per un semplice motivo: ho deciso di buttarmi dall’ultimo piano di un palazzo. Non mi interessa se qualche organo si deturpa. A me interessa solo il cuore, e non si farà male.
Mentre passeggio vedo gente che ride, vedo altre persone che invece sembrano totalmente assenti. È come essere invecchiati: riesco a percepire molte più cose.. riesco a guardare le persone senza provare nulla, ma so perfettamente cosa stanno provando loro.
Dolore, rabbia, disperazione, spensieratezza, felicità apparente, felicità sentita.. e pochissime persone stavano provando l’amore.
Delle coppie che ho visto, nessuna aveva dipinto in faccia l’amore. Forse per il troppo tempo passato assieme: la routine. Oppure semplicemente per non averne passato insieme abbastanza, di tempo.  Oppure perché davvero non si amavano.
Non  ho visto niente che mi ricordasse l’amore.
Poi ho guardato in faccia la realtà: io non ho mai visto cos’è l’amore di coppia, io non l’ho mai provato. Come potevo rendermi conto se ci fosse o meno? Ero io in errore, che guardavo senza sapere.
Ero io in errore, che morivo mentre la gente sopravviveva, senza che nessuno di noi riuscisse a vivere davvero.
Arrivato davanti al palazzo, nessuna paura, solo una perversa eccitazione di fare in fretta si impossessava del mio corpo. L’adrenalina faceva il suo corso velocemente quanto un proiettile. Non vedevo l’ora di andare fra  i dannati per vedere la mia dannata. Non è mai stata una mia proprietà, ma io sono sempre stato proprietà del suo cuore.. se ne aveva ancora uno.
Ma io confido nel fatto che lei sia sempre riuscita a farlo resistere, il cuore, nonostante i chili di droga, nonostante i fiumi di problemi. Io non sono riuscito a farlo, ma lei è sempre stata più forte di me.
Non è affatto vero che non la conoscevo..ma, nonostante questo, l’ho sempre conosciuta, anche prima di vederla. Io l’aspettavo da una vita.
E in effetti è come pensavo: amiamo noi stessi, perché ci facciamo un’idea delle persone che quasi mai corrisponde a realtà, solo per renderci felici ed appagati. E vale anche per il sesso: cerchiamo il nostro piacere tramite un’altra persona.
Siamo eternamente innamorati di noi stessi.
Ma a me cosa interessa? Che sia per una causa o per un’altra, io amo Denise.. ed è per questo che ho perso la mia anima. Amare una persona con un’anima marcia, più della mia, è pericoloso.. e infatti lei è morta, una parte del mio insieme è morto con lei. Ora tocca alla parte terrena, di morire. Sono felice.. dopo una vita intera. Sono felice.
C’è bisogno di morire per esserlo? No, assolutamente.. non per tutti, almeno.
E se la gente vuole suicidarsi, capisco perfettamente. Capisco perfettamente anche chi non si suicida ma sopravvive e basta. Capisco, ma provo un totale schifo.
Rispetto chi tenta disperatamente di essere vivo. Chi ogni giorno lotta e si sente male. Rispetto chi si sente male, e non ne ha paura. Rispetto chi capisce e accetta che la vita fa male, e continua a farsi male.
Io non quei momenti, prima di buttarmi, non mi rispettavo.. non ho mai rispettato nemmeno Denise, per ciò che faceva.
Ma l’amore non significa dover a tutti i costi rispettare le idee e gli stili di vita di una persona.
E infatti, pur amando lei, io non ho mai amato il suo modo di vivere..  il suo modo di morire.
Ecco, e mentre facevo questi pensieri, sono sul tetto del palazzo. E’ piatto, quindi ci si può camminare tranquillamente. Perfetto, in questo momento voglio un secondo di tranquillità, prima di dire addio a questo posto.
Ci penso un secondo su e mi rendo conto di voler morire in fretta, in realtà. Non mi va di pensare ai miei, né a mia sorella, e nemmeno ai miei amici. In quel momento, non mi ricordo di aver pensato nemmeno a quanto sarei stato felice dopo, perché avrei rivisto Denise.
Questo voleva dire che credevo in qualcosa, se pensavo che l’avrei rivista?
No, non credevo. Erano semplicemente due strade che portavano alla stessa parte. La prima: se mai dopo avessi trovato qualcosa, allora sarebbe stato ovvio ritrovare lei. La seconda: se non c’era nulla, sarebbe stato come dormire.. E nel sonno ci sono i sogni.. Quindi avrei rivisto lei comunque.
Pensandoci, mi sovviene una terza ipotesi: se quel tipo di dormita fosse stata priva di sogni.. non avrei sentito comunque niente. Quindi, qualsiasi strada sarebbe andata bene per me.
Fatti i dovuti accertamenti sulle conseguenze, decisi che era arrivato il momento di saltare.
Non pensavo più, sinceramente, che mi sarebbe venuta in mente Denise. Non ci avevo pensato tutto il giorno, avevo iniziato quasi a pensare che il mio desiderio di morte stesse divenendo fine a se stesso.
Invece no, nello stesso momento in cui i miei piedi si sollevarono dal suolo, sentii la sua voce, la sua risata, e il rumore dello sparo.. Fui felice per un secondo, poi sentii il vento graffiarmi la faccia.  Stavo cadendo. Il palazzo era alto quindi ci misi un po’ ad atterrare. Ebbi una frazione di secondo per aprire gli occhi. Non gridavo, guardavo e basta. La gente si era radunata sotto di me. Alcuni urlavano al posto mio, altri piangevano. Vidi alcune persone che conoscevo, provai pietà per loro.. Mi dispiaceva dovessero assistere a quella scena di morte.
Solo, non pensavo che nessuno dei presenti avrebbe mai perso l’anima.. non davanti a quella scena, non per me.
Prima di toccare terra mi venne di nuovo in mente Denise.. poi, la frazione di secondo precedente allo schianto.. Pensai a Fabrizio De Andrè:
“Questo ricordo non vi consoli,
quando si muore, si muore soli.”

Okay, con ciò spero non vi siate suicidati anche voi xD
Ho finito di deprimervi, giuro =P
Buonanissima serata. =D